“È sufficiente la perdita del lavoro o una malattia, per trovarsi in una situazione di indebitamento. Quando tutte le porte si chiudono il ricorso all’usura è la cosa più facile, gli strozzini si presentano come persone amiche. Ci sono organizzazioni che possono aiutare a liberarsi e possono ricondurre all’inserimento nell’economia legale. In questa direzione una casa di umanità e legalità è la Fondazione Antiusura Buon Samaritano, una casa che opera silenziosamente a vantaggio di tante persone. La Fondazione è una scuola di umanità, al cui interno c’è una esperienza di prossimità instancabile, una scuola di vita umana. A voi va il grazie della città, del territorio, delle istituzioni, di tutti coloro che trovano una risposta di umanità. La Fondazione è un occhio grande sul territorio, un occhio luminoso che porta speranza e legalità”.
Con queste parole Monsignor Vincenzo Pelvi, Arcivescovo della Diocesi Foggia Bovino e presidente del Comitato Promotore della Fondazione Antiusura Buon Samaritano, ha aperto nel pomeriggio del 29 aprile l’Assemblea per il rinnovo del Consiglio direttivo e per la presidenza della Fondazione alla presenza dei volontari, dei soci fondatori.
Si è trattato di un momento partecipativo di estrema importanza.
La Fondazione si presenta alla città con quattro componenti su cinque del Consiglio Direttivo totalmente rinnovati e con una decisiva presenza di genere.
Come ha illustrato il presidente Pippo Cavaliere, già cinque anni fa, venne proposto un turnover, poi rientrato anche a causa della recrudescenza del fenomeno criminale in città.
“Già cinque anni fa espressi l’intenzione e la necessità di procedere ad un rinnovamento delle cariche direttive. In quella circostanza le pressioni benevole dell’Arcivescovo e di altre istituzioni della città, mi fecero desistere, in considerazione della delicatezza di alcuni questioni che in quel momento stavamo gestendo. Ora ho nuovamente rappresentato questa opportunità, in quanto ritengo che il rinnovamento sia fisiologico, scontato e sia anche una questione di trasparenza. Sono nel Consiglio da 26 anni e sono presidente da 20 anni. Per troppo tempo la Fondazione si è quasi identificata con la mia persona. È arrivato il momento di un ricambio, ci sono persone, esempi di solidarietà e altruismo, è giusto che anche ad altri volontari sia data la possibilità di ricoprire incarichi direttivi all’interno della Fondazione”, ha rimarcato Cavaliere.
Al suo pari anche altri due consiglieri storici, Nando Giuva e Gianni Valletta hanno deciso di fare un passo di lato.
I cinque nominativi proposti dall’Arcivescovo sono stati approvati all’unanimità dall’Assemblea.
Fanno parte del nuovo Consiglio: Giuseppe Chiappinelli, avvocato civilista, esperto di accoglienza dei migranti presso il Cara, attivo nel 118; l’avvocata Maria Laura Trisciuoglio, esperta in diritto civile, impegnata nelle procedure di sovraindebitamento e nelle costituzione di parte civile per i processi di usura, da 20 anni volontaria Caritas e presidente del Comitato giuridico della Fondazione Buon Samaritano.
E poi il dottor Rocco Di Stasio, l’unica riconferma, direttore bancario e da 22 anni volontario della Fondazione, profondo conoscitore dei meccanismi antiusura; il dottor Giuseppe D’Amico, da 20 anni componente del collegio dei revisori della Fondazione, revisore contabile e curatore fallimentare oltre che docente di ruolo di economia aziendale. E infine Giusy De Girolamo, attuale direttrice della Caritas diocesana, con alle spalle una lunga esperienza di volontaria in Africa.
L’Arcivescovo, secondo lo statuto, ha anche l’onere di indicare il presidente, scelto tra i membri del Consiglio. La scelta è ricaduta sull’avvocato Giuseppe Chiappinelli, che sostituisce dopo un impegno lungo 20 anni e tante battaglie contro le mafie e la criminalità l’ingegner Cavaliere.
A quest’ultimo l’Arcivescovo ha riservato il ruolo di presidente onorario. Insieme a Valletta, Giuva e al dottor Pino D’Alessandro accompagnerà il nuovo Consiglio nei prossimi passi di insediamento e avviamento alle attività.
“Sono onorato dell’incarico conferitomi e coltiverò il solco dell’ingegner Cavaliere; da parte mia ci metterò tutto l’impegno affinché la Fondazione continui nel suo impegno”, ha concluso il neo presidente.